17 febrero, 2019

.::EN MEMORIA DE GIORDANO BRUNO::.

DEL CIELO A LA TIERRA

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EN MEMORIA ... DENTRO DE 5 HORAS, EN CAMPO DEI FIORI EN ROMA, ASESINARÁN A GIORDANO BRUNO, EL VERDUGO DEL ESTADO ROMANO, POR "DESEO" DEL SANTO PADRE CLEMENTE VIII, EL PAPA ALDOBRANDINI Y DE SU PRINCIPAL ACUSADOR, EL CARDENAL, LUEGO HECHO SANTO, ROBERTO BELLARMINO. HOY G. BRUNO ESTÁ TODAVÍA VIVO Y OPERANTE, MIENTRAS QUE ALOBRANDINI Y BELLARMINO SON MUERTOS QUE ENTIERRAN A LOS MUERTOS.
CON AMOR
VUESTRO G. B.

Roma (Italia)
17 Febbraio 2019. 00:28 horas
Para GiordanoPor Erika pais
Sobre los infinitos universos que te traen a nuestro mundo.
Como un aleteo estelar, la eternidad te alcanza vomitando sobre nosotros aquellas palabras que una vez quemaron. La consciencia universal que alcanza a unos pocos es intransferible hacia las almas necias que mastican mentiras y saborean iniquidades. ¡Cómo comprender un espíritu tocado por la Verdad que libera! ¡Cómo ser digno de poder acompañarte en ese viaje sin retorno hacia un lugar donde las almas conciben materializar la materia, donde los sonidos construyen y los colores irradian luz! Un viaje a lo absoluto, eterno y efímero, un viaje hacia adentro y hacia afuera del centro del Universo. ¡Cuánta sangre derramada y pieles quemadas por callar lo que siempre volverá a florecer en los campos, cuantos cuerpos lacerados por intentar ocultar lo que la luz alumbrará eternamente. Cuanta ignorancia perversa y sutil, que asesina los cuerpos y compra almas, pero jamás conseguirá encerrar a los seres que te pertenecen en las jaulas de la ilusión.
Ignorantes asesinos que burlonamente la Vida les paga con su propia moneda, porque vos volvés a cada instante, volvés en el cuerpo de cada justo que morirá, volvés en la sonrisa de un niño que comprendió el amor, volvés en las gargantas de los que reclaman Justicia. Volvés, siempre volvés; y nos hablas del arco iris y sus colores, nos hablas de la eternidad del tiempo, del sabor de las estrellas, del dulce aromas de los astros que nos iluminan. Volvés y nos haces mirar hacia arriba, nos haces amar la luz del sol. Volvés una y otra vez para enseñarnos los secretos de la Justicia, nos empujas a mirar por la ventana del alma hacia esa luz eterna que fulgura nuestros espíritus. El mundo te abuchea, te ataca, se burla de vos, te asesina, pero vos triunfas porque volvés a nacer y volvés a respirar aire de luz, a oler aromas de sabiduría y saborear el destino pensado antes que el pensamiento tome forma. Volvés y sos, Paolo, Giovanni, Luther King, Gandhi, Giorgio…Sos ellos y sos todos al mismo tiempo. Sos UNO.
Y nosotros devoramos con ansiedad esas semillas que nos arrojas y las alimentamos tímidamente con agua de saber que proviene de Tu Verbo y como el árbol de la Vida, esa semilla germina dentro nuestro, creciendo a cada instante. A muchos se nos seca, a otros se le marchitan sus hojas perennes, pero tus frutos de todas formas sobreviven a la sustancia y purifican los espíritus. Aprendemos a mirar al Sol de frente sin miedo a que nos queme y mojarnos con la lluvia sin temor a enfermarnos y subir las montañas sin cuestionarnos si caeremos. Entonces los paradigmas del tiempo y el espacio que una vez te acusaron, haciéndote morir en la hoguera, hoy nos Salvan una y otra vez y te permite nos susurres al oído: un día como hoy en el que me recuerdan no morí, un día como hoy renací para Volver hacia ustedes. Y tus cenizas que aún hoy continúan navegando en el Tiber toman forma y nos visitan en cada noche estrellada y cuando la luna llena ilumina nuestros sueños perdidos.
INTERVISTA IMMAGINARIA A GIORDANO BRUNODi Aaron
31 ottobre: la Chiesa cattolica riabilita lo scienziato italiano Galileo Galilei, condannato nel 1633.

«Verrà un giorno che l'uomo si sveglierà dall'oblio e finalmente comprenderà chi è veramente e a chi ha ceduto le redini della sua esistenza, a una mente fallace, menzognera, che lo rende e lo tiene schiavo». Giordano Bruno, getta a terra la “mordacchia”, guardandosi attorno osserva piazza Campo de’Fiori. Non è poi tanto diversa da quella di un tempo. Tra mercatini e locali, di giorno e di notte, l’atmosfera è vivace.
In un attimo la mente torna a quel 17 febbraio del 1600 e a quelle parole dette di fronte al Santo «Ricordo ancora quel momento eterno. Un silenzio che si sviluppava in tutto il Vaticano. Guardai i miei carnefici dritti negli occhi e dissi: ”Forse tremate più voi nel pronunciare la sentenza che io nell’ascoltarla”. In quel momento ho lottato. Ho creduto nella mia vittoria senza temere la morte. Non potevo accettare di vivere una vita da imbecille». 

Chi l’avrebbe detto che quello stesso giorno, 392 anni dopo, sarebbe entrato nella storia per le manette a Mario Chiesa? Il nolano sorride di fronte al crollo della partitocrazia, una rivoluzione simile a quella condotta contro i dogmi della Chiesa: «Ho sempre detto che la politica vera non è quella del potere per pochi, ma della cittadinanza per tutti. “Non è possibile che tutti abbiano una sorte; ma è possibile ch’a tutti sia ugualmente offerta” per questo sono necessari diritti umani in grado di garantire l’emancipazione individuale e sociale. Anche per questo mi son fatto bruciare».
Eretico, impenitente, ostinato. Secoli dopo quella filosofia così moderna e diretta torna attuale e fa ancora paura. Il 1992 è l’anno in cui la Chiesa, con Papa Giovanni Paolo II, sceglie di riabilitare un altro accusato di eresia, Galileo Galilei. Non lui. Non il suo pensiero libero. Il volto di Bruno non è sconsolato e scrutando il cielo osserva quell’universo infinito da lui tanto amato: «Sono contento, lo dico sinceramente. Quelle concezioni astronomiche erano rivoluzionarie e posso comprendere, anche se non l’ho condivisa, la scelta dell’abiura. La scienza ha un ruolo fondamentale ma se questa non verrà utilizzata per comprendere se stessi finirà per rivoltarsi contro l’uomo stesso. Un rischio che vedo anche ora dove il confronto si muove su piazze virtuali più che reali. Bisogna finirla di sprecare le occasioni. Utilizziamo “la lanterna della Raggione”».

L’ex frate domenicano è quasi incredulo nel guardare l’arroganza di un liberismo incontrollato, capace di assicurare la ricchezza a pochi mentre ai molti resta una vita sempre più precaria. «La ricchezza non è un male se è risultato del lavoro che consente l’emancipazione a cui tutti devono essere posti nella condizione di accedere. Ma, cara Ricchezza sei da spacciare (scacciare) via ‘quando amministri alla violenza, quando resisti a la giustizia […] e non sei quella, che dai fine a’ fastidi e miserie, ma che le muti e cangi in altra specie’».

Forse le sue parole sarebbero state scomode anche oggi. «Quante stragi. Quanti misteri. Ho letto di recente il romanzo di Orwell, 1984. Lo trovo molto attuale anche se fu scritto solo nel 1949. La Terra suddivisa in tre grandi potenze totalitarie, costantemente in guerra, allo scopo di controllare le masse. Il mondo occidentale ha il suo Grande Fratello che tiene costantemente sotto controllo la vita di tutti i cittadini attraverso telecamere presenti ovunque e tramite il controllo psichico operato dalla psicopolizia. Non esiste? Però l’informazione sembra davvero viaggiare su un unico binario, tramite quel linguaggio del “benpensiero”, che impone come verità l’assurdo. E chi non si adegua viene subito additato come “folle” o “complottista”. Un tempo li chiamavano “eretici”». 

«E’ reprimendo l’eresia che si manifesta il controllo sociale. Il potere, con tanto di legittimazione del diritto, si muove nell’intento di conservare la propria supremazia, di impedire il libero sviluppo dell’autonomia del singolo essere umano, che resta prigioniero attraverso la superstizione religiosa e politica, delle oligarchie sociali, che lo vogliono suddito, non cittadino. Ho conosciuto un uomo che mi ha parlato di uno strano fenomeno che da oltre un secolo è presente in Italia. Lui diceva che “è un fatto umano e che come tutti i fatti umani ha un inizio ed avrà anche una fine”. 

Io credo fermamente che se questo non avviene dipende “dalla inegualità, iniquità ed ingiustizia di voi altri, che non fate tutti equali e che avete gli occhi delle comparazioni, distinzioni, imparitadi ed ordini, con gli quali apprendete e fate differenze. Da voi, da voi, dico, proviene ogni inegualità, ogni iniquitade”. Ed è vero che gli uomini possono produrre le ingiustizie, ma possono anche rimuoverle. E sono fiducioso. “Non so quando, ma so che in tanti siamo venuti in questo secolo per sviluppare arti e scienze, porre i semi della nuova cultura che fiorirà, inattesa, improvvisa, proprio quando il potere si illuderà di avere vinto”».

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